“I miei bozzetti nascono dal disegno con pastelli, acquerelli, carboncino o tempere su carta; successive manipolazioni vengono ottenute con un uso divergente della grafica digitale, sfruttando gli errori e i risultati imprevisti suggeriti dall’utilizzo il più possibile improprio di tale mezzo, al fine di comporre immagini che trovano forza nell’emergenza di elementi inconsci e subliminali; suggerimenti figurativi o zoomorfi e conseguenti allusioni a micronarrazioni risentono del mio interesse per la Pop Art, l’animazione degli anni ’60 della Warner Bros e quella di Bruno Bozzetto. In omaggio a certi ambiti espressivi le campiture cromatiche sono quasi esclusivamente piatte e sature, a tratti “cartoonesche”; i colori vivono di violenti accostamenti timbrici con una presenza marcata di campi neri o grigi, mentre il segno è prevalentemente elementare e grafico, con limitati interventi improntati ad una funzionale espressività. La realizzazione pittorica del bozzetto avviene su tela con colori acrilici, utilizzando le tecniche che più si adattano a restituire gli effetti risultato delle trasformazioni precedenti”.
Gianluca Badiani
Così nasce il lavoro di Gianluca Badiani: l’artista assembla, inventa, sperimenta, fa dell’anomalia il suo punto di forza e dà vita a creazioni che riconducono l’apparente casualità a una costruzione studiata nei minimi dettagli; l’errore, infatti, è parte fondante del suo metodo di composizione, in omaggio al dadaismo. Generato dall’imprevisto, ogni elemento è poi inserito con razionalità e precisione in un perfetto equilibrio cromatico e spaziale, dando origine ad una composizione grafica – non scevra di elementi ambiguamente zoomorfi – che nella sua armonia è allo stesso tempo dirompente, straniante e volutamente provocatoria. Non si può che venire catturati dalle opere di Badiani, rapiti e condotti nel suo mondo fatto di divertenti, quanto acute, pungenti, geniali illusioni.
Gualandi Francesca