Virginia Farina

30 settembre - 28 ottobre

Il lavoro di Virginia Farina è stratificato e profondo, procede per livelli, l’artista cuce in uno stretto legame immagini e parole, che fanno corpo unico, si rafforzano a vicenda, dispiegando la veridicità fotografica e la potenza del pensiero poetico.
Le immagini emergono dal buio, disegnate da un filo di luce, prendono forma da qualcosa che è imperscrutabile, in un’atmosfera di misterioso silenzio. Creando una visione così essenziale, così netta, così precisa, l’artista mette a fuoco il darsi e il non darsi dell’esistenza del mondo e delle cose. La visione si intreccia alla parola, creando una circolarità in dialogo, le parole stesse incise sulla superfice fotografica, scalfiscono il buio con il segno della grafia e con il significato della poesia.

Maria Rapagnetta

Il lavoro di Virginia Farina è stratificato e profondo, procede per livelli, l’artista cuce in uno stretto legame immagini e parole, che fanno corpo unico, si rafforzano a vicenda, dispiegando la veridicità fotografica e la potenza del pensiero poetico. Le immagini emergono dal buio, disegnate da un filo di luce, prendono forma da qualcosa che è imperscrutabile, in un’atmosfera di misterioso silenzio. Creando una visione così essenziale, così netta, così precisa, l’artista mette a fuoco il darsi e il non darsi dell’esistenza del mondo e delle cose. La visione si intreccia alla parola, creando una circolarità in dialogo, le parole stesse incise sulla superfice fotografica, scalfiscono il buio con il segno della grafia e con il significato della poesia.
Maria Rapagnetta

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