Mara Guerrini

Mara Guerrini

Mara Guerrini Dalla luce alla materia 2-30 marzo “Mara Guerrini procede in questo suo fare, con serena fermezza, formulando ogni volta, una sempre più ardita domanda alla pittura, sfidando le infinite capacità di trasformazione degli elementi mutanti che l’artista compone…in perenne stato di specchiante riflessione, ora apparenti, ora nascosti…tra bagliori e lucori, brine, fatte di estenui grigi che lambiscono la carta fino ad illuminarla senza toccarla, come se la luce vivesse dell’assedio delle ombre. Questi dipinti sono figurazioni di surrogate realtà, non sono copie. Sono invece trasfigurazioni della “verità” visiva colte nel tempo, nel suo incessante movimento, della vita stessa […]

Max Guarini

Max Guarini

Max Guarini In…Quiete – 27 gennaio-24 febbraio “In…quiete, l’accattivante titolo della mostra, nasce dai sentimenti contrastanti che l’artista vive; una inquietudine fra l’attrazione per la città, per lo stare in mezzo al caos, al centro del mondo, in cerca di nuovi stimoli, e la ricerca di tranquillità e serenità che la natura sa dare. Da questo sentimento ambivalente sul vivere quotidiano nasce questa mostra… Negli “street”, grazie alla stesura del colore essenzialmente a spatola, la materia appare frammentata in tanti corpuscoli: è una materia cangiante, sempre in qualche modo in bilico verso nuove evoluzioni, verso nuovi cambiamenti; il sentimento sottile […]

Ivo Stazio

Ivo Stazio

Ivo Stazio Passe-Partout 7 dicembre – 13 gennaio La materia della pittura assume il ruolo di protagonista nella sua opera, affidando le sue riflessioni ai molteplici registri impressi al colore, alla pasta ‘modellata’ del colore, ma concedendo anche al contrappunto delle tracce di una ‘figurazione residuale’ un ruolo niente affatto secondario”. (Adriano Baccilieri) “Complessa, nella sua apparente immediatezza e semplicità, la scrittura di Stazio condensa enunciati volutamente contraddittori, voci attraverso le quali egli intende rapportarsi alla verità, che è sempre complessa… È attraverso la luce che l’artista vede i colori delle cose, il modo in cui si fanno più intensi […]

Gianluca Badiani

Gianluca Badiani

Gianluca Badiani BorderLine 4 novembre – 2 dicembre “I miei bozzetti nascono dal disegno con pastelli, acquerelli, carboncino o tempere su carta; successive manipolazioni vengono ottenute con un uso divergente della grafica digitale, sfruttando gli errori e i risultati imprevisti suggeriti dall’utilizzo il più possibile improprio di tale mezzo, al fine di comporre immagini che trovano forza nell’emergenza di elementi inconsci e subliminali; suggerimenti figurativi o zoomorfi e conseguenti allusioni a micronarrazioni risentono del mio interesse per la Pop Art, l’animazione degli anni ’60 della Warner Bros e quella di Bruno Bozzetto. In omaggio a certi ambiti espressivi le campiture […]

Virginia Farina

Virginia Farina

Virginia Farina 30 settembre – 28 ottobre Il lavoro di Virginia Farina è stratificato e profondo, procede per livelli, l’artista cuce in uno stretto legame immagini e parole, che fanno corpo unico, si rafforzano a vicenda, dispiegando la veridicità fotografica e la potenza del pensiero poetico. Le immagini emergono dal buio, disegnate da un filo di luce, prendono forma da qualcosa che è imperscrutabile, in un’atmosfera di misterioso silenzio. Creando una visione così essenziale, così netta, così precisa, l’artista mette a fuoco il darsi e il non darsi dell’esistenza del mondo e delle cose. La visione si intreccia alla parola, […]

Un’estate in arte

Un’estate in arte

SGALLARI ARTE È LIETA DI PRESENTARE “UN’ESTATE IN ARTE ”

MOSTRA COLLETTIVA A CURA DI FRANCESCA GUALANDI

10 GIUGNO – 16 SETTEMBRE 2023

INAUGURAZIONE SABATO 10 GIUGNO, ORE 18.00

PRESENTAZIONE DI CRISTINA BIGNARDI

ARTISTI IN CONCORSO:

MADDALENA BARLETTA – EMMA BIGNARDI – MILENA BUZZONI –
TAMARA DONATI – PATRIZIO GALIGANI – MAX GUARINI
MARA GUERRINI – LORETTA LOIACONO – ANASTASIA MORO
SILVIA PERCUSSI – RODOLFO SAVOIA – GABRIO VICENTINI

Maria Norrito

Maria Norrito

“Maria Norrito non dipinge cose. Dipinge sé stessa, sempre, anche quando sembrerebbe il contrario.
Non intende rappresentare altro, né potrebbe interessarla l’esprimere una qualsivoglia visione del mondo. Quando dipinge, la Norrito vuole fare semplicemente ciò che farebbe se non lo facesse, vivere…
Tutto è trasfigurato, nelle opere della Norrito, non solo nelle sue immagini più esplicitamente oniriche, incantevoli nella loro franchezza di spirito, perchè vedere non serve più, si è già visto…
È arte, tutto ciò? È molto di più, direi, è vita che si fa arte. Ogni volta che si compie il rito, ogni volta, cioè, che si conduce il percorso fino in fondo, dall’interiorità della traccia originaria all’esteriorità dell’espressione, ogni volta che la pittura è capace di ridestare la scossa energetica dell’emozione prima…la Norrito può ben dire: io sono, perchè sento, riesco a connettermi con il mondo, al punto di poterlo inglobare in me stessa. Io vivo. E ci invita, la Norrito, a farci partecipi del suo stesso rinascere, a sentirci vivi anche noi, avvertendo empaticamente qualcosa del suo sentire per poterlo fare nostro, per poter condividere con esso l’emozione profonda dell’esistere. Noi siamo, perchè quel suo modo di percepire il mondo è fratello del nostro. E in esso, anche noi viviamo”.
Vittorio Sgarbi

Max Guarini – Street

Max Guarini – Street

In questa ricerca sul paesaggio urbano contemporaneo, è evidente come Guarini non ci proponga una semplice riproduzione del mondo reale, ma il suo fare artistico sia mosso da una precisa volontà di dare a questa riproduzione un significato: la metropoli diventa il luogo dell’identità e della memoria, lo specchio delle nostre emozioni. Sono immagini vissute tanto reali quanto poetiche, rielaborate poi attraverso la propria esperienza e la propria creatività, in un progetto artistico che, fondendo vissuto e fantasia, fa scaturire qualcosa di nuovo, ma comunque già presente nell’interiorità dello spettatore.
È così che queste tele dialogano con noi, presentandoci attimi di vita, tempo che scorre veloce fissato in un perfetto istante cristallizzato: scorci di strade, palazzi, panorami a noi noti e tuttavia rivisitati attraverso il filtro dell’interiorità e dei sentimenti; e ancora, volti rubati, mani, corpi che si stringono e si avvinghiamo, sconosciuti ma chissà perché così familiari. Ecco come Guarini riesce a rendere assolutamente non scontato qualcosa che è a noi vicino, illuminandolo sotto la lente di ingrandimento della sua pittura, lente che non distorce, ma focalizza, punta l’attenzione, dà risalto ed importanza a ciò che solo la sensibilità di un artista può cogliere.
La sua pittura è colore puro, in una tecnica moderna, veloce e istintiva, che incanta per le emozioni suscitate. La luce è sempre la protagonista, a volte crepuscolare, dolce e diffusa, a volte più concentrata e quasi prepotente: è lei che ci guida nella lettura di queste vedute cittadine, ognuna diversa, ognuna con una sua propria anima, ognuna con un messaggio da comunicare. Tutto risulta straordinariamente poetico: nel mondo di Guarini l’ordinario entra a far parte dello straordinario.
Francesca Gualandi

Severino Nanni

Severino Nanni

È subito evidente come l’opera di Severino Nanni sia attraversata da un’incessante sperimentazione: l’artista bolognese ha infatti da sempre inteso il suo percorso come una continua evoluzione verso nuove tecniche e nuovi materiali, che potessero fornirgli gli stimoli per far progredire il suo linguaggio artistico. Questa caparbia volontà di ricerca che si muove in diverse direzioni, confluisce sempre tuttavia in una produzione coerente, non scevra di toni del tutto originali. Importantissimo per Nanni è l’apprendistato con il maestro Pompilio Mandelli, grazie al quale impara ad equilibrare all’interno dell’economia compositiva dell’opera una gestualità del tutto istintuale. È palese come, sin dall’inizio della sua carriera, la sua produzione sia orientata a un espressionismo astratto: il gesto del pittore si concretizza in una stesura energica, che si muove in ogni direzione, i colori guizzano sulla tela, sovrapponendo differenti segni, motivi e strati materici. Evidente rimane, dietro a questa gestualità, la volontà di far emergere la propria esigenza interiore, che si risolve nella scelta della gamma cromatica, nel saper gestire i contrasti e dosare i rapporti di forza e complementarietà delle zone di colore.
Un’altra direzione esplorativa è per Nanni quella della spazialità, che lo porta a cercare sempre nuove vie per far uscire l’opera dai propri confini materici e connetterla a quelli del fruitore: ecco così che nelle sue tele compaiono oggetti concreti, brandelli di stoffa, stralci di differenti ed inusitati materiali, che invadono la superficie pittorica inserendosi nella composizione e divenendo ulteriori stimoli percettivi, rendendosi tramite e coinvolgendo così la realtà dello spettatore. In queste opere bi-tridimensionali dalla matericità quasi tattile, emerge pertanto il confronto tra opera d’arte e realtà: l’opera sconfina nel mondo reale e a sua volta l’oggetto concreto la invade con la sua accidentalità, connettendosi e riempiendosi vicendevolmente di significato. Segno e materia dunque hanno per Nanni un legame indissolubile, elementi rappresentativi ed allusivi dell’interiorità dell’artista: è il racconto di un vissuto che viene alla luce attraverso segni graffianti, geometrie scomposte e sprazzi di fulgido colore sulle quali è intessuto il contenuto della memoria.
Francesca Gualandi

Sergio Vacchi

Sergio Vacchi

La mostra celebra la pittura di Sergio Vacchi (Castenaso, 1925 – 2016), uno dei più originali ed indipendenti pittori del secondo dopoguerra. All’apice della notorietà negli anni Cinquanta e Sessanta, l’artista di origine bolognese ha elaborato, attraverso una pittura di grande e grandissimo formato, una personale e suggestiva concezione della realtà che lo circondava. Procedendo per cicli pittorici, ha dato vita a una realtà visionaria e profetica sul destino dell’essere umano in rapporto al pianeta: sono visioni cupe e desolate, ma non prive di ironia, accompagnate da una simbologia contemporanea evidentemente da interpretare, in cui lo spettatore può proiettare il proprio smarrimento, quanto la propria meraviglia, i propri dubbi, ansie, attese e speranze.
Francesca Gualandi

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